Parrocchia Santa Teresa del Bambin Gesu'

28 marzo 2013

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... il terzo giorno risuscitò da morte;

Il Figlio, l’eletto, l’unigenito, fattosi uomo per portare agli uomini l’amore del Padre, risorge da morte. È l’annuncio della vittoria della Vita sulla morte. È il fondamento della nostra fede cristiana! Il paradosso del cristianesimo! Tutto ha origine dal sepolcro vuoto! Il sepolcro, simbolo della fragilità dell’uomo, della condizione mortale della natura umana, della fine di ogni illusione, diventa il grembo da cui nasce la vita nuova, l’inizio del nuovo corso della storia. Qui tutto viene illuminato, tutto ha senso: dall’immobilità della croce al freddo, al buio, al silenzio, al deserto del sepolcro, il Figlio di Dio vive il dramma della vita dell’uomo nella condivisione totale e radicale della sua fragilità, chiamando sulla scena della storia Dio a rivelare la sua drammatica onnipotenza: nella morte dell’Unigenito annienta la morte dell’uomo e nella sua risurrezione gli dona la vita nuova. Ma è necessario passare attraverso la solitudine, stare solo con il Solo; accettare l’incomprensione di coloro che si dicono amici e fratelli e non ti aiutano a crescere; constatare che il merito, la competenza, la coerenza non sono i parametri del successo; sperimentare che il radicamento vero è solo nella sua Parola; superare la fiducia nelle strutture e nelle strategie, purificandola nella relazione “singolare” con l’Assoluto di Dio; considerare la relatività dell’uomo senza soccombere al suo passaggio. Quando dirai con l’apostolo Paolo “non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me” (Gal, 2,20), allora comincerai a vivere la Pasqua, a vivere da risorto. Questi sono i giorni in cui il grembo della Madre Chiesa, nel silenzio, nella contemplazione, nella preghiera dei semplici, degli ultimi, degli ammalati, delle persone sole invoca il dono Spirito perché mostri e ricolmi dei suoi doni il nuovo Pastore della Chiesa universale.

Buon cammino verso Pasqua !

Don Paolo

... noi annunciamo Cristo Crocifisso:

Nella seconda parte del Credo, professiamo la nostra fede in Gesù Cristo, Figlio di Dio, e questi Crocifisso. Così parla di Gesù, l’apostolo Paolo quando scrive ai cristiani di Corinto. Il Crocifisso: rivelazione massima dell’Amore di Dio per l’umanità; l’Amato del Padre, inchiodato sulla Croce, palesa l’infinito amore della Trinità, nel paradosso del silenzio, dell’immobilità, della morte. L’Amore è infinitamente più grande di tutto e trasforma il silenzio nel dialogo più intimo, l’immobilità nella prossimità più coinvolgente, la morte nella vita nuova. Il Crocifisso: espressione suprema della libertà dell’uomo che si fa dono di sé; sulla Croce l’obbedienza di Gesù al Padre e alla sua volontà di salvezza si invera nell’atto più grande di libertà, come adesione volontaria che rivela contemporaneamente la grandezza di chi si dona, la bellezza del dono, e l’efficacia salvifica del dono nei redenti dalla schiavitù del male. Il Crocifisso: rifiuto del potere; inerme, impotente, denuncia l’illusione del potere e delegittima lo strapotere dell’uomo sull’uomo. Il Crocifisso: parametro di nuova socialità; sulla Croce si inaugura un modello nuovo di società che ha nella reciprocità del servizio il suo fondamento valoriale: gli uni con gli altri per il bene di tutti. Il Crocifisso: annuncio dell’uomo nuovo. Dalla Croce nasce un uomo nuovo, fratello di ogni altro uomo, compagno di viaggio di chi cerca la verità, accetta la fatica della libertà, crede nella felicità. Fraternità e compagnia sono le qualità spirituali del discepolo di Cristo che vive in pienezza la sua adesione al Maestro e irradia la sua testimonianza nella vita quotidiana. La Quaresima, il tempo liturgico della conversione, tempo di grazia e di riconciliazione, ci invita ad entrare, attraverso l’itinerario dei 40 giorni, nel mistero pasquale di Cristo. L’incontro con questo mistero ci aiuta a capire il mistero che siamo, perché da un senso nuovo e un orientamento nuovo alla nostra vita. Contempla Gesù Crocifisso e scoprirai la bellezza dell’uomo, il fascino della fede, la ricchezza della Grazia.

Don Paolo