Gennaio 2013

... farsi dono per gli altri

Giorni meravigliosi hanno dato certamente entusiasmo e speranza alla nostra esistenza quotidiana.

La contemplazione del Bambino nel presepe, il Figlio di Dio fatto uomo per noi, il dono più grande all’umanità hanno ridestato la nostra attenzione per ciò che conta, per ciò che veramente vale. All’inizio del nuovo anno, momento di propositi e di programmi, è utile sostare per cogliere negli anni che passano, il “tempo” che permane: il Kairòs di Dio, che trasforma il Kronos del uomo in esperienza di salvezza. Assistiamo nell’oggi del nostro vissuto personale e comunitario, religioso e profano, economico e sociale, a situazioni di degrado umano, di contraddizioni, di paradossi, che suscitano, specie in coloro non assuefatti al sistema, interrogativi che non trovano adeguate risposte: “Ma che sta succedendo? Dove andremo a finire? C’è la strada per uscire dalla crisi? Al termine dell’oscuro tunnel verrà alla luce una nuova umanità?...”.

Il Papa Benedetto XVI dà un giudizio sul presente, invitando in particolare i cattolici a considerare attentamente che “…Anche una terra feconda rischia così di diventare un deserto inospitale e il buon seme di venire soffocato, calpestato e perduto”. Sono parole gravi, che sollecitano prima di tutto in noi credenti un esame di coscienza personale e una verifica comunitaria, sulla maturazione della nostra fede, sulla coerenza della nostra vita, sull’impegno di testimonianza delle nostre comunità, e, poi, ci impegna seriamente ad assumere le nostre responsabilità storiche nella trasmissione della buona notizia che Dio, in Cristo suo Figlio, continua ad amare a salvare ogni uomo.

A ben guardare, si assiste già al processo di “desertificazione”, ne sono segni evidenti: la scarsa incisività della fede nelle scelte di vita quotidiana, l’assenza scontata dalla partecipazione alla Messa domenicale, l’allontanamento dal sacramento della riconciliazione, la fluida appartenenza ecclesiale, soprattutto, la schizofrenia tra la fede detta o supposta e la vita. Il deserto nella dimensione dello spirito fa sentire tutto il suo peso nella relazioni interpersonali, che non sempre possono dirsi vitali, in quanto incontro tra persone, ma sono caratterizzate da fretta, opportunismo, interesse di parte. Un moloch che sovrasta e spegne ogni entusiasmo per i beni relazionali, condizione necessaria per il perseguimento del bene comune, bene di tutti e bene per tutti. Un sistema che non premia il merito e la competenza, ma idolatra a tal punto lo statu quo da far pensare alla rassegnazione come all’unica modalità di essere e di operare comune. Tale quadro per noi cristiani non è il proclama del pessimismo storico, ma è lo sprone per una presa di coscienza più seria e più efficace per una presenza significativa e costruttiva del presente.

Nel Natale del Signore siamo stati destinatari di un Dono: l’Amore di Dio fatto Uomo; ora dobbiamo diventare noi dono per gli altri!

A partire dalla gratuità, nota peculiare delle nostre relazioni interpersonali, accogliamo il nuovo Anno come occasione di grazia per vivere da cristiani nella costruzione della città terrena in cui la persona umana risplenda in tutta la sua dignità.

Auguro a tutti un Anno sereno e ricco di opere buone.

Don Paolo

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Natale 2012

Presepe parrocchiale a cura della Sig.ra Rosa Crudele

 

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